Questa pagina presenta le due mostre permanenti visitabili a Taino :
1. MUSEO DI STORIA LOCALE “IL LUOGO DELLA MEMORIA”
presso Centro Ten.Col. Francesco Bielli, via Europa 11 Taino
Il museo e’ visitabile la domenica dalle ore 15 alle 18 o su richiesta (tel. 0331 956405)
Nel museo sono stati raccolti ed esposti a cura di Laura Tirelli oggetti, foto, documenti relativi agli avvenimenti più significativi della storia del paese.
Lo scopo de “Il Luogo della Memoria” è quello di mantenere vivo e tramandare ai posteri il ricordo di coloro che sono vissuti prima di noi perché come è scritto sulla targa all’ingresso “una comunità che serba il ricordo di sé non perderà mai la propria identità”.
Sulle pareti del locale Museo sono affissi sette grandi pannelli che illustrano gli aspetti più significativi della storia di Taino:
– Le Origini di Taino, Taino Romana e Taino Medioevale con le immagini che riproducono quello che è ancora visibile in paese di queste epoche: dai sarcofaghi romani, al medioevale campanile della chiesa, agli affreschi del V-VI secolo di San Damiano.
vedi “Le origini”
– La storia dei Serbelloni, nobile famiglia milanese di cui Taino fu per trecento anni loro feudo.
vedi “I Serbelloni”
– I riti e le tradizioni del Mondo Contadino. La coltivazione dei campi fu per secoli la principale attività dei tainesi.
vedi “Il mondo contadino”
– Le prime Industrie sorte in paese alla fine dell’Ottocento
vedi “Le prime industrie”
– la storia della Polveriera, la fabbrica per la quale hanno lavorato generazioni di tainesi.
vedi “La polveriera”
– Tainesi in guerra: dalla guerra di Libia alla Seconda Guerra Mondiale.
vedi “Tainesi in guerra”
– Infine la storia dell’Ulmin: il grande olmo caduto nel 1994 a cui tutti i tainesi sono stati particolarmente affezionati. A ricordo di questo ultracentenario albero è esposto il pezzo di un suo ramo.
In tre bacheche sono esposte foto, documenti, piccoli oggetti relativi ad alcuni temi quali:
– Il Lavoro delle Donne. Significativo per lo sviluppo di Taino è stato il ruolo delle donne che si sono impegnate per aiutare la famiglia come balie e operaie, oltre a lavorare la terra, accudire i figli ed allevare anche gli “esposti” i bambini abbandonati e affidati dalle autorità alle famiglie contadine. Numerosi furono gli esposti che, una volta adulti, si stabilirono definitivamente a Taino.
– Dai Fronti della 1° e 2° Guerra Mondiale. Oltre a numerose foto dei soldati tainesi sono esposti interessanti documenti come un diario di prigionia, lettere dal fronte, medaglie al valor militare ed una unica ed interessante collezione di cartoline della seconda guerra mondiale spedite a Taino da soldati tainesi direttamente dai fronti di guerra.
– Le Istituzioni: Comune e Scuola. In questa bacheca sono esposti verbali dei consigli comunali, foto dei sindaci. Documento interessante è il certificato di nomina a sindaco di Taino dell’ultimo Serbelloni, il conte Giuseppe, firmato a nome del re Umberto I dal ministro Crispi. Pagelle di scuola, tra cui quella di Gaspare Paietta, partigiano, caduto giovanissimo nella battaglia di Megolo. Registri scolastici, un compito eseguito da un alunno del 1880 in bella calligrafia. Fotografie delle prime maestre.
In una vetrina è esposto un raro ed interessante documento fotografico riguardante la Polveriera.
Si tratta di Album di cm.28×37, databile intorno al 1913/14 con legatura in tela verde.
Sul piatto anteriore è impresso in oro “Società Anonima Italiana Davey, Bickford, Smith”. Foto L. Comerio, Milano.
La “Davey Bickford Smith” è stata la società che ha installato la fabbrica di esplosivi al Campaccio.
L’interno dell’album è composto da 17 pagine su cui sono applicate 15 fotografie originali in bianco e nero (di cui due ripiegate per la lunghezza) raffiguranti la Polveriera subito dopo l’apertura avvenuta nel 1914. Le fotografie illustrano i capannoni, gli interni degli ambienti di lavorazione, i primi operai (circa una sessantina) sia uomini che donne. Queste ultime indossano il grembiule-divisa adottato nello stabilimento.
L’autore delle immagini è Luca Comerio (1878-1940), celebre fotografo dell’inizio del Novecento, cineoperatore e cineasta tra i più significativi dell’epoca. Fotografò tutti gli avvenimenti più importanti della vita nazionale italiana: dai moti socialisti di Milano del 1898 al terremoto di Messina del 1908, dalla crociera mediterranea del re Vittorio Emanuele III nel 1907 che gli valse il titolo di “Fotografo della Real Casa” all’impresa di Fiume di D’Annunzio nel 1920.
Le sue immagini più intense riguardano le guerre a cominciare da quella di Libia del 1911-12 dove fu l’unico civile autorizzato da un brevetto del Ministero della Guerra ad effettuare riprese cinematografiche sui luoghi di battaglia dando così il via al servizio ufficiale e moderno dei cronisti di guerra. Documentò con grande abilità e professionalità la prima guerra mondiale (1915-18) cogliendo con il suo obiettivo gli aspetti più realistici del dramma umano e bellico.
Questo documento costituisce una rara ed importante testimonianza iconografica .
In un’altra vetrina sono esposti documenti e foto relative al fenomeno della emigrazione.
Centinaia sono stati i tainesi che tra la fine dell’Ottocento e i primi decenni del Novecento sono emigrati all’estero in cerca di migliori condizioni di vita. In particolare è stata significativa l’emigrazione oltre oceano. Anche a Taino si è verificato il fenomeno della “ragnatela migratoria”: intere famiglie si sono trasferite negli Stati Uniti facendosi raggiungere da compaesani e parenti, per cui una grossa comunità di origine tainese risiede oggi nel Massachusetts e in California.
Tra i documenti esposti particolarmente interessanti sono:
– le memorie di Teresa Pontiggia, il cui fratello Giuseppe è caduto indossando la divisa dell’esercito americano nella seconda guerra mondiale
– il curioso documento sottoscritto in America dall’emigrante Luigi Mira nel quale giura la sua rinuncia a sottostare a qualsiasi principe, potentato, stato o sovrano straniero e in particolare a Vittorio Emanuele III, re d’Italia di cui era suddito. Dichiara inoltre di non essere un anarchico, né poligamo o credente nella poligamia e di avere l’intenzione in buona fede di diventare cittadino degli Stati Uniti e qui risiedere permanentemente.
– La foto di Giuseppe (Joe) Vernetti di Cheglio ai piedi di una bandiera americana. Joe lavorò per 30 anni come minatore a Ely nel Minesota ed acquisì la cittadinanza americana di cui, come si vede nella foto, fu molto fiero.
Lungo il corridoio che conduce alla sala del Museo sono state poi allestite tre bacheche che attraverso documenti, foto, attrezzi illustrano i mestieri di un tempo: falegname, ciabattino, scalpellino, sarto.
Una bacheca è dedicata ai Ferrovieri, professione che molti tainesi hanno praticato a partire dalla fine del secolo XIX°.
Questo Museo è nato grazie alla disponibilità dell’Amministrazione Comunale e di numerose persone che hanno donato oggetti, foto, documenti riguardanti la storia della propria famiglia e collaborato materialmente all’installazione dei pannelli, bacheche e vetrine.
2. MOSTRA DI PARAMENTI E ARREDI SACRI
presso Sala Don Martino Vignati, piazza Parrocchiale, Taino
La mostra e’ visitabile su richiesta alla Parrocchia
Questa mostra è stata allestita da Dorina Mira, su progetto di Laura Tirelli, che ha curato la realizzazione di sei poster che resteranno permanentemente affissi alle pareti della sala e che illustrano gli aspetti principali della storia della Parrocchia di Taino costituitasi nel 1576.
La Mostra è inserita nell’indirizzo culturale “Taino si racconta” iniziato con l’allestimento del Museo di Storia Locale con l’obiettivo di approfondire l’identità della storia del paese e che proseguirà con altre iniziative sempre legate al discorso storico che i tainesi sembrano apprezzare per il desiderio di ciascuno di mantenere vive le proprie radici.
I paramenti esposti sono tutti pezzi molto interessanti per la ricchezza dei ricami e per quello che rappresentano sul piano storico come una bellissima pianeta regalata alla parrocchia nei primi anni del 1900 dai lavoratori della Polveriera, su cui è ricamata l’immagine di Santa Barbara protettrice degli artificieri. Un’altra pianeta cinquecentesca, appartenente alla collezione del parroco don Fausto Ceriotti, riporta lo stemma dei Visconti. Camici, tovaglie d’altare, tessuti ricamati in seta e oro, broccati antichi completano la Mostra.