La Chiesa S.Giovanni Battista di Cheglio che ha ricevuto l’altare dell’antico Oratorio di S.Damiano, possiede una sua storia che, seppure legata intrinsicamente alla parrocchiale di S.Stefano Protomartire, presenta numerosi spunti interessanti.
Innanzitutto, i documenti custoditi nell’archivio diocesano dimostrano come l’edificazione dell’edificio fu piuttosto sofferta. Infatti, se nel 1581 la chiesa era già in costruzione, nel 1604 il Cardinale Federico Borromeo constatò come i lavori fossero ben lungi dall’essere terminati, tant’è che un decreto del marzo 1605 ordinò il sollecito completamento dell’opera. Ma nel 1612 altri documenti attestarono che i lavori non erano ancora finiti.
In questi documenti vengono citati Battista Balzarino e Nicola Da Palma, che risultano essere così tra i primi chegliesi dei quali conosciamo il nome.
Passando invece alla fine del 18° secolo, un interessante documento, conservato a Taino, ci testimonia di un rilascio di beni appartenenti al beneficio di S.Giovanni Battista nella chiesa di Cheglio. Questa carta, oltre a riportarci gli usi ecclesiastici di allora, è anche uno dei pochissimi documenti sottoscritti dal parroco MICHELE LISSONI: di questo sacerdote, sebbene parroco di Taino per 17 anni, poco o nulla sappiamo, forse anche per il periodo tumultuoso (1788-1805) che si trovò ad affrontare (1).
Comunque la chiesa di S.Giovanni Battista rimane, anche ai nostri giorni, tra gli elementi maggiormente rappresentativi della specificità di Cheglio e della sua storia che, sebbene sempre unita a quella di Taino, si è sempre distinta e riconoscibile come a sè stante.
Nota
(1) Napoleone, di cui quest’anno cade il bicentenario della sua conquista dell’Italia, volle sottoporre la Chiesa alla sua autorità, abolendo ordini religiosi ed istituzioni ecclesiastiche e ciò, come ovvio, provocò grandissima agitazione e ribellione nel clero italiano dell’epoca.