1938: Progetto di una grande piazza Taino

 

Il progetto della Casa del Fascio, 1938. L’immagine è tratta da un opuscolo dell’epoca realizzato per pubblicizzare l’iniziativa

 

La maggioranza delle città e paesi italiani ha una struttura urbanistica caratterizzata dalla presenza della “piazza” (l’antico forum romano) da cui si dipartono le strade maestre sulla quale sorgono i principali edifici pubblici privati. In questo senso a Taino una “vera piazza non c’è.
Negli anni precedenti la seconda guerra mondiale l’Amministrazione Comunale con il concorso della popolazione si apprestava a sopperire a questa mancanza.
Nel 1938 fu predisposto dall’architetto Mario Baciocchi (1) un progetto per la formazione di un vasta piazza di circa 9.000 mq, con una ampiezza di metri 42 x 210, orientata a mezzodì, nel senso della sua lunghezza, al palazzo comunale, alla Casa del Balilla (2), al viale Corti per poi procedere per altri 100 metri verso ponente fino ad affacciarsi su declivio della sottostante strada Taino-Angera.
Il progetto prevedeva che sulla nuova piazza,a levante, di fronte al palazzo comunale avrebbe trovato posto il monumento ai caduti che allora si trovava in un angolo dello spazio antistante la Casa del Balilla.
Al posto del monumento doveva sorgere un altro edificio, la Casa del Fascio, con allineamento al palazzo comunale e con orientamento a mezzodì, situato nel centro della piazza.
La Casa del Balilla sarebbe stata incorporata alla costruendo Casa del Fascio, mentre l’ala a ponente della piazza sarebbe stata utilizzata per la formazione di un “parco delle rimembranze” a sostituzione di quello allora ubicato in un angolo lungo la strada Taino-Angera.
Il progetto prevedeva poi che intorno alla piazza sarebbero sorti edifici privati a completamento di quelli pubblici.
Era questa una operazione assai impegnativa che richiedeva l’aiuto della popolazione, la quale prestò gratuitamente materiale e manodopera e già nei primi mesi del 1938 era completato il lato a levante della piazza fino all’altezza del viale Corti e trasferito il monumento ai caduti.
La formazione del lato di ponente avrebbe dovuto seguire entro breve con la costruzione del nuovo edificio, la Casa del Fascio (4), che il progetto prevedeva posta in allineamento al Municipio e appoggiata su un grande basamento; una scala a forma angolare portava sullo spalto e all’ingresso. Sul lato sinistro del basamento si prevedeva di porre un’alta stele raffigurante il fascio littorio, mentre sul lato destro l’antenna porta bandiera.Tutte le opere murarie sarebbero state rivestite con mattoni speciali e con pietra naturale.

Al piano rialzato si prevedeva di porre le sedi del dopolavoro, dei sindacati e la biblioteca.
In fondo all’atrio d’ingresso presso una scala di marmo di Carrara, era previsto il passaggio all’altro edificio già esistente (la Casa del Balilla) da utilizzarsi per riunioni, spettacoli e manifestazioni sportive.
Al primo piano avrebbero trovato posto vari uffici pubblici.
Nel seminterrato, con un accesso diretto dall’estemo, erano previsti, oltre alle sale per gli impianti elettrici e termici, una sala riunioni e un gruppo di bagni e docce a disposizione del pubblico.
Il progetto rispecchiava ovviamente i gusti ed anche le esigenze del tempo: non tutte le abitazioni private disponevano di bagni e docce, da qui la necessità di creare servizi pubblici.
Come si sa lo scoppio, che seguì di li a poco, del secondo conflitto mondiale ne impedì la realizzazione.
Esso fa comunque parte della storia di Taino e sembra che i Tainesi di allora ci tenessero molto alla creazione di questa loro piazza: nei giorni 13-14-15 agosto 1938 furono organizzati una serie di festeggiamenti con gare sportive e spettacoli per raccogliere fondi e fu aperta una sottoscrizione che permise la raccolta di 120.000 Lire, somma ragguardevole soprattutto in considerazione dell’epoca e delle risorse economiche del paese.

(1) L’architetto Baciocchi era all’epoca molto quotato e ha lasciato oltre a questo progetto non realizzato un esempio del suo lavoro a Taino con l’originale copertura in legno della villa Rigamonti. Fu anche invitato, nel 1958, a proporre un suo progetto per il restauro esterno della chiesa parrocchiale di Santo Stefano (AA.VV. “Taino 1892-1992, arte e storia” pag. 43).
(2) La Casa del Balilla fu costruita nel 1933 su un area donata dal marchese Gaspare Corti; dopo la guerra fu utilizzata come sala cinematografica e ora è il ristrutturato Centro dell’Olmo.
(3) Il Viale Corti che conduce al Palazzo ed è fiancheggiato da alti e lussureggianti carpini fu dichiarato nel 1938 monumento nazionale.
(4) E’ interessante anche rilevare che il progetto elaborato dall’architetto Baciocchi per l’erigenda Casa del Fascio è un esempio dello stile proposto da un gruppo di architetti, detto il Gruppo dei 7 che avevano introdotto in Italia una nuova concezione stilistica definita Razionalismo.
La Casa del Fascio avrebbe avuto la forma di un prisma perfetto a pianta quadrata la cui altezza era la metà esatta del lato di base, quindi un cubo dimezzato con le quattro facciate tutte diverse tra loro.