Il mosaico di Santo Stefano e Antonio Salviati

Vecchia foto della chiesa di S.Stefano, costruita nel 1874. Il mosaico sopra l’ingresso raffigurante Santo Stefano, opera di Salviati del 1883, è stato sostituito da uno più moderno negli anni ’70, ma verrà presto restaurato.

Dell’originale mosaico di S.Stefano per il cui restauro “La Voce del Dumin” ha organizzato dal 7 al 14 maggio scorso la mostra “L’ARTE PER L’ARTE  si è parlato nel corso dell’incontro con Mons.Luigi Crivelli, responsabile dei Beni Culturali della Diocesi di Milano, lo scorso 6 Maggio in Sala Consiliare. Alla serata erano presenti anche Massimo Peron, restauratore e il figlio Francesco, studente della Scuola di Restauro di Ravenna che intende svolgere una tesi proprio su questo mosaico, realizzato nei laboratori veneziani del celebre Antonio Salviati nell’ultimo ventennio dell’Ottocento.
ANTONIO SALVIATI fu uomo che diede uno dei contributi più notevoli ed incisivi nella rinascita dell’arte del mosaico tra la metà e la fine dell’Ottocento, arte che era profondamente decaduta dopo la fine della repubblica veneta (1797). Grazie all’opera del Salviati che seppe abbinare alle antiche tecniche artigiane da lui ripristinate, una grande innovazione di metodi e attrezzature per la produzione di tessere per mosaici, l’arte del mosaico tornò a diffondersi e divenne ricercata. Il Salviati coinvolse numerosi artisti e creò scuole di formazione e un grande complesso industriale in grado di realizzare lavori imponenti e di alto livello, conquistandosi fama internazionale.
Antonio Salviati era nato a Vicenza nel 1816, avvocato, abbandonò la professione legale e si trasferì a Venezia per dedicarsi alla produzione di smalti da mosaico al fine di porre rimedio – come racconta egli stesso in una sua presentazione pubblicitaria per l’esposizione universale di Parigi del 1867 – al deplorevole stato delle decorazioni interne della Basilica di San Marco.

I laboratori Salviati diedero grande sviluppo all’arte del mosaico producendo copie dall’antico o soggetti moderni su commissione (celebre è il ritratto di Napoleone III da un dipinto del tedesco Winterhalter e di Vittorio Emanuele II dal Carlini). Tra le opere più importanti realizzate vi furono le decorazioni per il palazzo del Vicerè ad Alessandria d’Egitto, la cupola della Cattedrale S.Paolo a Londra e, nella stessa città, nel Palazzo del Parlamento, nonchè nella Cappella Wolsey del Castello Reale di Windsor.
Oltre al mosaico, Salviati si dedicò anche all’arte del vetro soffiato producendo numerosi e preziosi oggetti, oggi conservati nei Musei (alcuni presenti anche al Museo Poldi Pezzoli di Milano che raccoglie solo opere di grande valore artistico).
Antonio Salviati cessò la propria attività nel 1890, ma la ditta fu continuata dai figli fino al 1920. Oggi non esiste più, ma ne rimane una importante testimonianza, oltre che nei vari lavori eseguiti, sulla facciata del Palazzo Bernardo sul Canal Grande a Venezia, che fu sede dell’emporio commerciale, completamente rivestita di decorazioni a mosaico realizzate intorno al 1870 su cartoni del pittore veneziano Giulio Carlini.
L’originale Mosaico di S.Stefano, donato alla nostra Chiesa dal conte Giuseppe Crivelli Serbelloni e dalla madre duchessa Maria, è un’opera di pregio per il valore e la fama del laboratorio che lo eseguì. La sua copia oggi sul portale principale, pur non essendo spregevole, è tuttavia lontana dalla ricercatezza tecnica ed artistica dell’originale.
Ripristinare, per quanto possibile, questo mosaico significa quindi valorizzare un pezzo importante del nostro patrimonio artistico.

Mons.Crivelli ha ricordato l’importanza di salvaguardare i beni artistici di ogni singola comunità, di ogni parrocchia perchè essi rappresentano le nostre radici e come ci sono stati trasmessi da chi ci ha preceduto, così è compito nostro ritrasmetterli a chi verrà dopo di noi che siamo solo un anello di una lunga catena. Il costo però di mantenere e recuperare il patrimonio artistico ed architettonico del paese non può gravare solo su una parte di cittadini, vale a dire su coloro che danno alla domenica l’offerta alla chiesa, ma sull’intera comunità.

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Il 6 marzo 1883 fu posto sopra il portale d’ingresso della nuova Chiesa Parrocchiale da poco terminata, un mosaico rappresentante Santo Stefano, patrono di Taino, opera della scuola Salviati di Venezia, donato dalla duchessa Maria Serbelloni e dal figlio conte Crivelli.
La popolazione, secondo quanto ci riporta il documento qui pubblicato, si entusiasmò alla vista di questo mosaico, sul quale si riflettavano i raggi del sole rendendolo così luminoso da essere visibile “quasi fino ad Angera”.
Dobbiamo pensare che nel 1883 pochi erano i tainesi che avevano la possibilità di ammirare delle opere d’arte e questo mosaico, certamente eseguito con cura, nel rispetto dell’antica arte veneziana, colpì la fantasia popolare e fu grandemente ammirato.
Questo documento, proveniente dagli archivi personali del conte Serbelloni-Crivelli, è una lettera di ringraziamento inviata alla duchessa e al conte firmata da tutte le autorità del paese: i componenti la Giunta, il Consiglio comunale, i fabbricieri della Chiesa, il Parroco e il sacerdote coadiutore.
I Serbelloni si erano fatto carico non solo dell’erezione della Chiesa, ma anche di completarla con gli arredi necessari, come l’organo, i paramenti e questo mosaico. Il tono dello scritto è ossequioso, ma questo non rende meno sincero il sentimento di gratitudine e la gioia di vedere la propria Chiesa abbellita dal mosaico definito “oggetto di sorpresa universale e di indescrivibile entusiasmo”.
Purtroppo però non è rimasto “Monumento imperituro” come è detto nel documento. Nel corso di oltre 70 anni, periodo durante il quale non si effettuò nessuna manutenzione, il mosaico si deteriorò assai, tanto che nel 1957, durante l’opera di restauro della Chiesa, si ritenne più opportuno sostituirlo con uno simile che risistemare l’originale.

Addì 26 marzo 1883

A Sua Eccellenza L’Illustrissima Sig.ra Duchessa Serbelloni-Crivelli e All’Illustrissimo Signor Conte Caval.Crivelli

La Giunta, i Consiglieri, gli umili Fabbricieri e il rispettoso Clero sottoscritti penetrati dalle continue beneficienze che con tanta Magnanimità Ella Eccellenza e L’Illustrissimo Sig. Conte hanno fatto e continuamente fanno a questa nostra Chiesa Parrocchiale sia nella sua erezione, sia nell’organo, sia nel completo paramento, sia ora nello splendido Mosaico di Santo Stefano, oggetto di sorpresa universale e di indescrivibile entusiasmo.
Umilissimanente si fanno arditi a presentare tanto a Lei Eccellenza che all’Illustrissimo Sig.r Conte, i più vivi ringraziamenti pei tanti favori accordati alla loro Chiesa e in particolare per lo stupendo Santo Stefano che sulla porta di Essa è visto fino quasi ad Angera rimarrà Monumento imperituro della di Lei Generosità, Eccellenza e dell’Illustrissimo Conte Caval. Crivelli Suo dilettissimo figlio.
Fidati nella Loro Bontà si fanno arditi ed auguran prosperità e lunga vita, e ringraziandoli dal più profondo del cuore, osano dirsi con ossequio e stima verace
Di Lei Eccellenza e dell’Illustr.mo Signor Conte Caval.
Umilissimi Servi
Carlo Cazzaniga, assessore
Berrini Giovanni
Pajetta Stefano
Bielli Luigi
Pajetta Camillo. Consigliere
Mira d’Ercole Fortunato, Consigliere
Movalli Paolo, Consigliere
Berrini Pietro, consigliere
Mira Angelo, Consigliere
Mira Dercole Angelo
Pajetta Donato, Consigliere
Pajetta Gaspare, Fabbriciere
Bielli Pasquale, fabbriciere
Mira Stefano, Fabbriciere
P.te Ant.Cominetti Parroco
P.te Rainoldi Natale Coadiutore
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