Il fonte battesimale medioevale

 

E’stato  individuato un fonte monolitico in sarizzo, di epoca medioevale, proveniente presumibilmente da una “corte” chegliese, dal perimetro ottagonale. Il suo ritrovamento permette di aggiungere un’altra tessera alla ricostruzione della storia religiosa e dei luoghi di culto a Taino, dopo il rinvenimento della lapide sepolcrale paleocristiana del fanciullo Stefano, l’abside quadra e gli affreschi altomedioevali dell’Oratorio dei SS Cosma e Damiano, il campanile romanico di S.Stefano e, via via, la chiesa di S.Giovanni, l’Oratorio della Natività di Maria Vergine, il ricostruito Dumin, l’edicola di S.Eurosia e quelle sparse sulle vie che un tempo conducevano ai campi.
Il fonte rinvenuto può essere agevolmente attribuito all’uso battesimale poichè nella nostra diocesi la forma ottagonale è stata designata dallo stesso S.Ambrogio, vescovo di Milano dal 374 al 397, per la costruzione dell’edificio battesimale, mentre per la vasca già nella prima metà del secolo quarto era d’uso l’ottagono, ispirato al valore simbolico del numero otto, con riferimento all’ogdaede, ossia all’ottavo giorno, inizio dell’eternità. Ambrogio così spiegò la sua scelta: “L’edificio a otto lati è stato eretto per gli usi sacri e il fonte ottagono è degno di questo dono. E’ stato opportuno che su questo numero sorgesse l’aula del sacro battesimo per il quale ai popoli è stata ridata la vera salvezza nella luce di Cristo risorgente, Egli che scioglie le porte della morte e, liberando quelli che si confessano peccatori da ogni colpevole macchia, li lava nella corrente del fonte purificatore.”
Edifici battesimali ottagonali sorgevano accanto alla chiesa plebana, cioè alla chiesa principale di un territorio di campagna, alla quale facevano capo numerosi oratori rurali: nella nostra zona sono conservati a Castelseprio, Arcisate, Arsago Seprio, Baveno, Domo Valtravaglia. Queste antiche sedi plebane nell’organizzazione religiosa antica avevano all’incirca l’estensione e la funzione dell’attuale “decanato”, inoltre la chiesa capo-Pieve aveva la prerogativa di amministrare il Battesimo e di ospitare la Canonica, cioè l’abitazione dei sacerdoti che si occupavano del culto di tutte le chiese della Pieve. Taino faceva parte della Pieve di Angera, dove tuttavia non si sono trovate tracce dell’antico edificio battesimale.

Nei primi secoli di diffusione del Cristianesimo, il Battesimo veniva conferito dal Vescovo quasi esclusivamente agli adulti, una volta sola all’anno, durante la vigilia pasquale: il rito culminava nella ripetuta immersione nella vasca battesimale, ampia e incassata nel pavimento. In epoca medioevale si cominciò ad amministrare il battesimo ai bambini e si sostituì il rito per aspersione a quello per immersione: si diffuse così l’uso di una vasca meno ampia, appoggiata al pavimento del Battistero, come potrebbe essere il fonte ottagonale rinvenuto a Taino.
Verso il XIII secolo la semplificazione della liturgia battesimale e la progressiva indipendenza delle chiesi rurali, nei confronti dei centri pievani, portò alla comparsa di semplici pile battesimali collocate direttamente all’interno delle chiese, ed anche in questo caso il nostro fonte ottagonale può essere ascritto a questa epoca. Il Concilio milanese provinciale del 1565 stabilì che ogni Parrocchia avesse il proprio fonte. Ma il nostro fonte battesimale appare di fattura e stile medioevale e poco si adatta allo stile delle pile d’epoca borromaica, quasi sempre circolari. Potrebbe quindi essere il fonte della romanica chiesa di S.Stefano o forse più verosimilmente il fonte di una chiesa rurale e privata come era l’Oratorio di S.Damiano, quindi indipendente dagli obblighi verso la chiesa capo-Pieve, anche nell’amministrazione del Battesimo. E’pur vero che nella visita pastorale del febbraio 1565 l’Oratorio di S.Damiano appare al Visitatore privo di battistero: se questo non verrà realizzato entro venti giorni i battezzandi dovranno essere portati alla Prepositurale di Angera o a Capronno. Nel 1579 la visita del Tarugi, delegato di S.Carlo, trova sì un battistero, ma in esso sono lasciate “cose indecenti”: questo potrebbe essere la pila circolare in sarizzo che ora funge da acquasantiera nella Chiesa di S.Giovanni. La localizzazione del nostro fonte monolitico ottagonale non appare quindi di facile soluzione: certo è che a Taino nella chiesa di S.Stefano o in quella dei SS.Cosma e Damiano il Battesimo veniva amministrato in deroga agli usi plebani.