di Laura Tirelli
Tra le tante professioni oggi scomparse vi fu quella del ciabattino, una attività che ha un particolare fascino nell’immaginario collettivo e intorno alla quale vi è tutta una letteratura, a cominciare dalla storia di “Mastro Geppetto”, memorabile figura di ciabattino, inventato dallo scrittore Collodi nel suo famoso “Pinocchio”.
Anche Taino ha avuto i suoi ciabattini, i quali non hanno, come “Mastro Geppetto”, creato un burattino, ma riparato migliaia e migliaia di scarpe, tacchi e suole, fabbricato zoccoli e ciabatte per diverse generazioni di tainesi. Fra tutti vogliamo ricordare
PIETRO COGLIATI, nato a Taino nel 1875 che aveva il suo negozio-laboratorio in via Fabio Filzi.
Pietro sposò Angela Berrini e con lei e il figlio Silvio, nato nel 1908, si trasferì negli anni ’20 a Milano dove aprì una calzoleria in via Paolo Sarpi. La sua impresa ebbe successo anche perchè seppe soddisfare le esigenze dei clienti con la sua abilità nel fare scarpe su misura e riparare quelle rotte. Era infatti solito dire “i me tac tegnan in pè il negozi”.
Suo figlio Silvio continuò inizialmente l’attività paterna gestendo con la moglie il negozio di Taino.
Silvio Cogliati è stata una figura significativa nel paese anche perchè per circa 20 anni si occupò dell’amministrazione comunale. Fu assessore anziano prima con il Sindaco Dino Montesi e poi con Franco Butti. Il suo impegno per il paese è stato continuo e assiduo come ha voluto sottolineare con affetto e sincerità il Sindaco Franco Butti, commemorandone la morte improvvisa avvenuta nel 1969.
Silvio nei suoi 61 anni di vita ha dato molto alla famiglia e al paese. Nel 1932 sposò la milanese Bianca Villa. Nel 1933 nacque Piero che morì infante a due anni. Nel 1936 ebbe la figlia Pierangela e nel 1938 le gemelle Giovanna e Mariuccia, di cui però solo quest’ultima rimase in vita.
Nonostante il dolore che gli provocò la perdita dei figli, Silvio seppe conservare il suo carattere aperto e ottimista. Amava la compagnia della gente e con gli amici e i conoscenti si mostrò sempre generoso e disponibile. Fu molto legato a Taino ed era fiero ed orgoglioso del suo paese.
Nel 1935, Silvio cambiò attività: lasciò il negozio di calzoleria e insieme alla moglie gestì per 10 anni l’albergo Agnello. Grande lavoratore, dopo la guerra ebbe la concessione per Taino e dintorni della vendita dell’acqua e delle bibite Recoaro e contemporaneamente faceva l’ambulante di formaggi nei mercati della zona. Alla fine degli anni ’50 cedette questa attività a Enrico Berrini che l’ha portata avanti fino a pochi anni fa, e continuò ad occuparsi della vendita dei prodotti della Recoaro fino alla sua morte che avvenne proprio mentre stava caricando sul suo camioncino le bottiglie d’acqua.
Sua figlia Pierangela si è sposata nel 1958 con Franco Mobiglia, hanno avuto tre figli: Mauro, Paolo e Daniela ed ora è felicemente nonna di cinque nipotini.
I discendenti del ciabattino Pietro:
I pronipoti di Pietro Cogliati, Mauro, Daniela e Paolo Mobiglia
Chiara, Andrea e Davide Mobiglia, figli di Paolo e pronipoti di Silvio Cogliati
Linda ed Emanuele Zani, figli di Daniela Mobiglia, pronipoti di Silvio Cogliati.