a cura della Redazione
Vogliamo ricordare questo bimestre il missionario salesiano Don Carlo Del Torchio che visse a Taino dal 1979 al 1987, soprattutto per l’insegnamento che ci ha lascito di grande coraggio, forza d’animo e sincera fede con cui ha affrontato la prova di una lunga e dolorosissima malattia.
Don Carlo era nato a Golasecca nel 1934 e dopo gli studi presso il collegio salesiano S.Ambrogio di Milano dove maturò la sua vocazione entrò nell’ordine di Don Bosco.
Nel 1952 fu inviato in Brasile a Campo Grande nel Mato Grosso. Lì terminò gli studi filosofici e iniziò il tirocinio di insegnante. Nel 1959 rientrò in Italia per completare i corsi di teologia. Ordinato sacerdote nel 1963, ritornò in Brasile e con grande entusiasmo si dedicò alla sua missione di insegnante. Fu prima docente di fisica e chimica, poi vicario della casa Don Bosco e quindi direttore della facoltà di filosofia.
Don Carlo fu una persona amante degli studi e dotato di notevoli capacità organizzative. Favorì la realizzazione di corsi para-universitari con festival di teatri ed escursioni culturali in diverse parti del Brasile. Con le sue innovazioni didattiche diede impulso alla facoltà di filosofia di Campo Grande; i suoi metodi ruppero vecchi schemi, introdusse la pratica del dialogo e del lavoro di gruppo facendo dell’alunno un soggetto attivo del processo educativo. Nonostante il grande impegno della direzione del collegio e della facoltà, trovò il tempo di frequentare i corsi di diritto e laurearsi anche in giurisprudenza.
Non dimenticò mai di essere Sacerdote. Tutti i sabati e le domeniche, lasciati da parte gli impegni accademici, si dedicava con grande zelo alla gente semplice e povera del quartiere “do Cruzeiro” alla periferia di Campo Grande, esercitando il ministero sacerdotale nella cappella di S.Sebastiano. E anche lì, diede prova della sua grande intraprendenza, facendo realizzare un salone per riunioni ed attività giovanili.
Nel 1975 venne trasferito a Lins, nello Stato di S.Paolo come direttore delle facoltà e del collegio salesiano e nello stesso tempo come responsabile della comunità locale.
Tutte le sue attività, la tensione costante per le responsabilità dei suoi compiti, la poca cura di se stesso finirono per minargli la salute. All’inizio del 1979 comparvero i primi sintomi di quel male atroce che lo portò alla morte. A metà giugno fu ricoverato all’ospedale di S.Paolo, dove, diagnosticatogli un tumore al pancreas, entrò in coma. Fu raggiunto dalla famiglia e, miracolosamente, come udì la voce di sua madre, Don Carlo uscì dal coma. Ritornò in Italia e si stabilì a Taino, nella casa della sorella Maria Luisa. Le cure sembrarono inizialmente migliorare la sua salute, tanto che nel 1983 ritornò in Brasile, solo per pochi mesi però, perchè il male presto riapparve e fu costretto a ritornare a casa.
La sua vita da allora fino alla morte avvenuta il 16 dicembre 1987 fu un calvario di sofferenze, dentro e fuori gli ospedali. Nei periodi in cui la malattia gli dava un po’ di tregua riprendeva la sua funzione di insegnante nella Casa Salesiana di Varese dove era aiutato dal cugino Don Gianpaolo Franzetti.
Amò il suo lavoro di insegnante e il sacerdozio. Negli anni in cui visse a Taino, celebrava in casa ogni giorno la S.Messa e diversi fedeli vi prendevano parte. Don Carlo ha lasciato un buon ricordo di sè ai Tainesi. La sua profonda vocazione fu comunque quella del missionario e nel suo cuore ci fu sempre il Brasile, paese che amò profondamente e del quale sentì nostalgia fino all’ultimo suo respiro.