di Laura Tirelli
Nell’Archivio comunale è conservato il Testamento di Don Antonio Cominetti che fu Parrocco di Taino per 38 anni, dal 7 Marzo 1850 al 15 Maggio 1888, anno della sua morte.
La lettura di questo documento ci offre una immagine della personalità di questo Parroco, di cui finora, forse perchè un po’ lontano nel tempo, se ne è parlato poco, ma al quale i tainesi devono molto.
A lui va il merito soprattutto di essersi adoperato per la costruzione della nuova Chiesa parrocchiale, facendo opera di convincimento e supplicando coloro che potevano sostenerne le spese maggiori, cioè la nobile famiglia Serbelloni, terrieri di Taino.
Nel Registro dei Battesimi del 1873-1874, ci sono alcune annotazioni, scritte di suo pugno, sul progredire dei lavori della chiesa. Sono poche parole, due righe di commento, sufficienti però a darci l’idea di quale immane sforzo doveva essere stato l’edificazione della nuova chiesa, opera che, nella storia di Taino, è stata, fino a tutt’oggi, quella di maggior rilevanza.
Così scrive Don Cominetti:
“Il giorno 18 ottobre 1873 dopo anni di stenti e fatiche si è collocata la prima pietra della nuova chiesa di Taino. Fu collocata dal sig.Conte Crivelli Giuseppe e da Sfrondati Serbelloni Maria, ved.Crivelli, presenti le autorità ecclesiastiche nonchè il Rev.Natale Pavesi prevosto di S.Satiro in Milano.
Il 29 Maggio 1874 è stata ultimata l’ultima volta della navata di mezzo della nuova chiesa. Ahi quanti fastidi. Anche le multe!
Il 23 Agosto 1874 si sono chiuse le volte della novella chiesa. Così l’ultima pietra fu collocata dal nobile giovinetto conte Crivelli Giuseppe, figlio del fu conte Alberto, ambasciatore di Sua Maestà alla corte di Spagna.”
La chiesa fu aperta l’8 dicembre 1874 e negli anni successivi venne completata. Il Parroco pagò di propria tasca diverse opere e suppellettili di cui fece dono alla comunità, come gli ornati e le pitture, i due confessionali, un lampadario in cristallo che fu posto sopra l’altare della B.V. del Rosario (ora scomparso), i quattro busti di vescovi.
Don Cominetti, milanese di nascita, prima che di Taino, fu Parroco di Agra. Uomo semplice, non amava nè l’ostentazione nè lo sfarzo. Infatti nel suo Testamento, vergato il 28 ottobre 1886, due anni prima della morte, così scrive:
“fatto cadavere il mio corpo, bramerei nè esposizione, nè inutile giro per le contrade del paese. I miei funerali voglio che siano modestissimi….Riguardo alla cera non voglio spese. Se ce ne sarà in casa bene, se no sarà pregata la Fabbriceria a volerla fornire pagandole il relativo consumo…..Nemico delle ostentazioni, voglio alla porta della Chiesa parata di una sola tenda la seguente iscrizione: Pregate pel vostro Parroco Cominetti che per tanti anni vi fu sinceramente affezionato.
E così al Camposanto, su un piccolo monumento di 400 0 500 lire la seguente: Fate la carità d’un Requiem al vostro Parroco Antonio Cominetti“.
Lasciò tutti i suoi beni e risparmi al paese e affinchè le sue disposizioni fossero fedelmente osservate nominò suo erede universale l’amico Don Giovanni Besozzi, Parroco di Ispra, “persuaso che la mia ultima volontà sarà da Lui scupolosamente osservata“.
Il suo primo pensiero fu per i poveri, per i quali dispose £.500 da suddividere tra cento di loro (cinque lire a ciascuno). Alle congregazioni del SS.Sacramento e del Rosario lasciò £.200 a testa. Alla sua domestica, Teresa Mira, duecento lire, il guardaroba, la biancheria e i mobili della sua casa.
Al Comune di Taino lasciò la somma maggiore: un legato di £.6000, affinchè con gli interessi di £.4000 fossero acquistati medicinali per le persone bisognose e con gli interessi delle altre £.2000 fossero create due doti annuali per due giovani scelte tra le più povere, a giudizio del Parroco e del Sindaco del tempo.
Nè dimenticò la sua chiesa per quale, dice “in vita ho speso migliaia e migliaia di lire” e incaricò il suo erede di fare un dono, a sua scelta.
“La mia attuale sostanza” conclude Don Cominetti nel suo Testamento “ è una miseria perchè in vita e da anni ho fatto qualche beneficienza per cui invoco il Parroco e mio erede se invece dell’arrosto non troverà che fumo, ma buono e leale amico mi farà la carità di addossarsi gli incomodi ed i fastidi“.
Quest’uomo generoso che tanto si adoperò per la Comunità di Taino, lasciò la sua vita terrena il 18 maggio 1888, all’età di 85 anni. Tutto di sè diede ai suoi parrocchiani, chiedendo in cambio solo la carità di un Requiem.
La tomba di Don Antonio Cominetti è la più antica oggi presente nel Cimitero di Taino