Il duca Giuseppe Serbelloni e la nuova chiesa di S. Stefano

 

Chiesa di S. Stefano

Nel fondo Serbelloni presso l’Archivio di Stato di Milano è conservata una inviata dal Parroco Don Antonio Cominetti e sottoscritta dai fabbricieri Bielli Giovanni, Belloni Giuseppe e Paietta il 3 agosto 1870 alla duchessa Maria Serbelloni.
Questo scritto ci permette di venire a conoscenza di alcuni particolari finora sconosciuti che completano la storia dell’edificazione della nostra Chiesa.
Don Cominetti si rivolgeva alla duchessa con preghiera di dar seguito all’intenzione espressa dal duca Giuseppe, suo defunto genitore, di cedere alla Parrocchia un “pezzetto di terra” di proprietà della nobile famiglia su cui costruire una nuova Chiesa.
Da questa lettera apprendiamo che già nel 1866 si prospettava l’esigenza di edificare una Chiesa più grande a Taino.
Sempre presso l’Archivio di Stato di Milano è conservata anche la lettera di risposta al Parroco, inviata poco dopo dall’ingegnere Achille Cavallini, il quale informava la Fabbricieria di Taino di essere stato incaricato dalla duchessa Serbelloni di prendere in esame la richiesta per espressa volontà della nobile signora di non venir meno alle intenzioni e desideri del suo “sempre compianto genitore”.
La duchessa Maria, come si sa, fece poi costruire la nuova Chiesa, cioè l’attuale “Dumin” che però questa lettera dimostra non essere stata edificata esclusivamente per sua volontà, ma realizzata anche per esaudire un desiderio di suo padre, il duca Giuseppe Serbelloni, il quale, probabilmente, era legato a Taino, anche per il ricordo della figlia Amalia che qui era morta giovanetta. Il duca Giuseppe per tramandare la memoria di questa sua sfortunata bambina aveva voluto far ricostruire e ampliare l’Oratorio di S.Eurosia; è a lui, quindi, che si devono i due luoghi di culto presenti nel centro storico di Taino.

Lettera di Don Antonio Cominetti alla duchessa Maria Serbelloni

“Eccellenza,
L’illustrissimo sig. Duca Giuseppe Serbelloni, di felice memoria, visto l’estremo bisogno di una nuova chiesa Parrocchiale in Taino, aveva più volte manifestato l’intenzione e il desiderio di concedere un pezzetto di terra di sua ragione e ora in affitto di Biagio e Valentino fratelli Berrini. A tal effetto per suo ordine i sottoscritti avevano fatto compilare ad apposito ingegnere un bozzetto di disegno planimetrico e umilmente lo presentavano allo stesso sig.Duca per la sua approvazione. Ciò succedeva sullo scorcio dell’anno 1866. Sgraziatamente colpito dal morbo Egli non ebbe più tempo di mettere in esecuzione il Pio Suo desiderio e il religioso Suo Pensiero, per cui i sottoscritti conscii della costante e figliale affezione di Vostra Eccellenza all’Ottimo Defunto, e persuasi che il pensiero e il desiderio di si buon Padre è pure il desiderio ed il pensiero anche dell’Eccellenza Vostra, così umilmente supplicano V.E. a voler ritornare sul Paterno pensiero e concedere questo piccolo pezzo di terra affatto necessario e indispensabile per l’erezione tanto sospirata della nuova chiesa.
Persuasi i sottoscritti d’essere esauditi, col più profondo rispetto e ossequio, si dicono
Umilis.mi Obb.mi Supplicanti
Taino il 3 agosto 1870 Ant.Cominetti, Parroco di Taino
Bielli Giovanni Fabbriciere
Belloni Giuseppe Fabbriciere
Paietta Fabbriciere

Due vecchie cartoline di Taino. La prima è del 1914; la seconda ritrae l’interno della chiesa prima del restauro del 1973. Sono visibili gli ornati e le pitture originali completati l’8 novembre 1879 a spese del parroco don Antonio Cominetti, ed il pulpito offerto dal popolo nel 1889, sulla prima colonna

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