di Laura Tirelli
Nei vari aspetti della storia di Taino, possiamo includere anche l’evoluzione della toponomastica, perchè i nomi che hanno avuto o hanno le strade del paese sono espressione dei gusti, della cultura e della storia dei tainesi di ieri e di oggi.
I nomi delle vie del paese attualmente sono molto vari e di diversa origine. Alcune strade portano i nomi di città, in maggioranza lombarde (Milano, Como, Bergamo, Varese, Cremona, Sondrio); tre delle regioni venete (Gorizia, Trento e Trieste) le città redente della prima guerra mondiale; due di città liguri (Genova, Savona); due dell’Emilia-Romagna (Bologna, Vignola); due del Piemonte (Torino, Novara); due città d’arte (Firenze e Venezia).
Nessuna strada porta il nome di una città del sud Italia e neppure la capitale è ricordata.
Restando in tema geografico, troviamo nomi di monti (Monte Rosa, Cervino, Monte Bianco, Monviso, Pasubio); di fiumi (Adige, Ticino, Piave, Brenta, Isonzo); di un torrente (Riale); di un lago (Verbano) e di un continente (Europa)
Un certo numero di strade portano i nomi di personaggi e famiglie tainesi (Mosè Berrini, Luigi Maffini, Elvira Berrini Pajetta, Teodoro Bonenti, Alvod, Binda); dei partigiani caduti (Antonio Sist, Riccardo Mira d’Ercole, Oreste Pajetta, Piero e Gaspare Pajetta) e una è dedicata ai combattenti della Resistenza (piazza Patrioti). Due vie ricordano personaggi della storia del Risorgimento (Garibaldi, Mazzini); scienziati (Leonardo da Vinci, Galileo Galilei, Guglielmo Marconi), politici italiani e stranieri e un sindacalista (Giacomo Matteotti, Antonio Gramsci, Aldo Moro, Giancarlo Pajetta, Sandro Pertini, Martin Luther King, Salvador Allende, Giuseppe Di Vittorio); religiosi (don Martino Vignati, Papa Giovanni XXIII); santi (S.Stefano, S.Damiano); celebri personaggi della prima guerra mondiale (Cesare Battisti, Damiano Chiesa, Fabio Filzi, Nazario Sauro, Enrico Toti); due luoghi di battaglie (Vittorio Veneto, Megolo); e le date di particolari ricorrenze (XXV Aprile, 1° Maggio, IV Novembre)
Completamente dimenticati, a dire il vero, sono gli artisti e i poeti, ad eccezione di Giacomo Leopardi a cui è stata dedicata una nuova strada nel 1998.
Altre vie portano i nomi usati in passato per le località (Campaccio, Ca’Nova, Ronchi, Ronchetti, Loghetto, Prati Bassi, Vallonaccio, Motto di Casa, Boscoforte, Della Vigna, Catatoria, Marzello, del Boccolaccio, Vigana, Belvedere, Madonnina, Della Novella, Valle del Sole, Vicolo Chiuso, Rorè, Zinesco, Valle dei Passeri).
Bisogna infatti ricordare che fino ai primi anni del secolo la toponomastica era dettata da attività o presenze consuetudinarie e non improntata a nomi di persone o luoghi da celebrare o commemorare. Taino era suddiviso in “contrade” e il centro ne comprendeva 8 secondo l’elenco fatto dal Comune il 20 aprile 1871 (doc.A):
– Contrada della Torre – dal viale dei Carpini al “Torch”(angolo
via Garibaldi-Mazzini), lunghezza m.128
– Contrada Amalia -attuale via Vittorio Veneto, lunghezza m.85,50
– Contrada della Chiesa – via don Martino Vignati, lunghezza m.45
– Contrada della Parrocchiale – intorno alla chiesa,lunghezza m.76
– Contrada Maggiore – attuale via Mazzini, lunghezza m.132
– Contrada allo Stallazzo – attuale via Piave, lunghezza m.213
– Contrada del Torchio – da via Piave a via Mosè Berrini,
lunghezza m.42
– Contrada di Cheglio – attuali via Pasubio e Varese, lunghezza
m.150
In un documento antecedente del 1866 risultavano anche la “Contrada S.Eurosia” (via Garibaldi fino all’albergo Agnello) e due piazze: piazza S.Stefano e piazza della Scuola Comunale (attuale piazza Patrioti).
Le vie che portavano dal centro dell’abitato ad altre località si chiamavano “strade”: di Crera (via Vignola); del Zinesco e del Vallonaccio; al Monzeglio (via Mira d’Ercole); per Lentate (via F.Filzi-Milano); al Prato del Bosco (via Como-Valle del Sole); al viale Serbelloni (Piazza Paietta-via Battisti); per Cheglio (via Marconi); per S.Damiano; per Barzola (via Varese); per Lisanza (via Sist).
Gli eventi storici di questo secolo hanno grandemente influenzato la toponomastica di Taino (e non solo) a cominciare dalla prima guerra mondiale. Significativa è la strada allo Stallazzo, denominata nel 1925 via Piave, nome che porta tutt’ora, in ricordo delle battaglie del Piave combattute dall’esercito italiano contro le truppe austro-ungariche dopo la disfatta di Caporetto del 1917. Questo fiume del Veneto diventò il simbolo della riscossa italiana come dicono le notissime parole della canzone di E.A.Mario: “Il Piave mormorò: non passa lo straniero”
I nomi delle contrade sono oggi scomparsi, cancellati dal tempo e dai cambiamenti storici avvenuti in questo secolo. Dopo la prima guerra mondiale il Comune ha provveduto con delibera del commissario prefettizio Giuseppe Mira a sostituire i nomi tradizionali di alcune vie con quelli di personaggi e luoghi resi celebri dalla guerra 1915-18. Evidentemente ai tainesi di quel periodo gli antichi nomi delle vie dicevano ormai poco se nella delibera del 25 aprile 1925 sono definiti “sconosciuti ed insignificanti” (doc.B).
Così piazza della Signora (con riferimento alla duchessa Maria Serbelloni) venne cambiata in piazza Vittorio Emanuele III (Re d’Italia); via Sesto Calende in Cesare Battisti; via Amalia in Vittorio Veneto; via Marianna in Oberdan; via Stallazzo in via Piave; via Crella in Enrico Toti; via Campagnola in Damiano Chiesa; via Ronchetti in Nazario Sauro; via della Stazione in via Rimembranza; via del Torchio fu sostituita con Mosè Berrini (sindaco di Taino nei primi anni del secolo) il cui nome fu preferito a quello del poeta Dante Alighieri, e via Carrobbio in Benito Mussolini.
Ad un altro personaggio dell’epoca fascista fu dedicata successivamente una via: la strada per Lisanza fu chiamata Italo Balbo, in onore del famoso comandante pilota che nel 1933 aveva guidato la celebre transvolata Orbetello-Chicago con aerei costruiti nello stabilimento SIAI-Marchetti di Sesto C.
Personaggi della prima guerra mondiale a cui furono dedicate le vie nel 1925
Altri cambiamenti ai nomi delle vie furono effettuati dopo la seconda guerra mondiale. L’amministrazione volle commemorare i partigiani caduti, così via Roma venne dedicata ad Oreste Pajetta; piazza Serbelloni, davanti al palazzo comunale, è diventata piazza Piero e Gaspare Pajetta (fu così definitivamente cancellato dalle vie e dalla memoria del paese, il nome della famiglia che per tre secoli ebbe un ruolo primario nella storia di Taino).
La parte di via Garibaldi che sale verso Monzeglio fu chiamata Riccardo Mira d’Ercole; via Italo Balbo trasformata in via Antonio Sist. Anche i re furono depennati poichè, evidentemente, la nascita della Repubblica non tollerava riferimenti monarchici, e piazza Vittorio Emanuele III è diventata piazza Patrioti; via Umberto I è ora via Marconi.
Man mano che si sono aggiunte nuove abitazioni e il paese si è ingrandito, sono state create altre strade, con nomi, a dir il vero, di non grande fantasia. A parte alcuni nomi di origine locale, e l’intitolazione della via che conduce alla Chiesa (già via Oberdan) al parroco don Martino Vignati su richiesta di alcuni cittadini, le scelte fatte negli anni più recenti sembrano ispirate, più che da qualche criterio specifico, dai gusti personali dei componenti la giunta comunale.
Nell’ultima denominazione delle vie, effettuata il 7 maggio 1998 (doc.C), tra via Zinesco, Valle dei Passari, Catatoria e Loghetto, che sono nomi locali, giustamente riprestinati, e una via dedicata al dottor Teodoro Bonenti, tainese e medico condotto per 40 anni, compare stranamente una via Salvador Allende, uomo politico sud-americano, che con Taino e la sua storia ha davvero poco a che fare.
NOTE
Damiano Chiesa di Rovereto, irredentista, si arruolò nell’esercito italiano, fatto prigioniero fu fucilato dagli austriaci
Nazario Sauro di Capodistria, ufficiale della marina mercantile austriaca, si arruolò nella marina italiana. Catturato dagli austriaci con il sottomarino Pullino mentre tentava di entrare nel porto di Fiume, fu impiccato dagli austriaci a Pola nel 1916
Enrico Toti di Roma, bersagliere ciclista, ebbe amputata una gamba, ferito a morte scagliò le stampelle contro il nemico
Cesare Battisti di Trento, uomo politico socialista, si battè per l’autonomia del Trentino dall’Austria. Arruolatosi nell’esercito italiano, fu catturato e impiccato dagli austriaci insieme a Fabio Filzi
Fabio Filzi e Cesare.Battisti, prigionieri insieme impiccati dagli austriaci nel 1916
Fabio Filzi, istriano, ufficiale austriaco fu degradato per i suoi sentimenti di italianità. Nel 1914 venne in Italia e si arruolò negli Alpini, catturato dagli austriaci fu impiccato a Trento.